Una scatola vuota può aprire più mondi immaginari rispetto al costoso giocattolo tecnologico che conteneva. Allo stesso modo, le domande e le risposte delle bambine e dei bambini aprono a giochi ed esperienze più significative rispetto alle parole preconfezionate del mondo adulto. È questa l’idea che guida i nostri laboratori: partire dal semplice, dal piccolo e dall’apparentemente ingenuo per approdare nei grandi mondi della realtà bambina
La proposta si propone di educare allo “stare nel mondo” rendendosi osservatori critici e competenti e, di conseguenza, attori e produttori di cambiamento nel presente e nel futuro. Nella classe e nella città, con i pari e con gli adulti, i bambini sono chiamati a interiorizzare un nuovo stile di dialogo, pragmatico e operativo. L’obiettivo ultimo è che i bambini, con le loro competenze e le loro multiple intelligenze, sappiano far da sé, interagendo in autonomia e cercando di superare le leadership e la necessità di interventi adulti. L’esercizio della capacità di ascolto e di pensiero critico, in concreto, diviene strumento da utilizzare, ad esempio, nel dividersi una scatola di colori o nel chiedere al sindaco di non restringere un parco giochi per farci un parcheggio. Concepito in quest’ottica, il dialogo educa all’intercultura, intesa non come riflessione sulla multietnicità, bensì come allenamento di una forma mentis capace di lasciarsi stupire dall’alterità, quale essa sia, e di entrare in interazione con essa, in un mutuo arricchimento, che non nega le divergenze, ma le affronta in maniera creativa.