Che la verità abbia maggior valore dell’apparenza, non è nulla più di un pregiudizio morale; e perfino l’ammissione peggio dimostrata che ci sia al mondo. Si voglia dunque confessare a se stessi quanto segue: che non ci sarebbe assolutamente vita, se non sulla base di valutazioni e di illusioni prospettiche; e se si volesse con il virtuoso entusiasmo e la balordaggine di alcuni filosofi togliere completamente di mezzo il “mondo apparente”, ebbene posto che voi possiate far questo, anche della vostra “verità”, almeno in questo caso, non resterebbe nulla. Sì, che cosa ci costringe soprattutto ad ammettere che esista una sostanziale antitesi di “vero” e “falso”? Non basta forse riconoscere diversi gradi di illusorietà, nonché, per così dire, ombre e tonalità complessive, più chiare e più oscure dell’apparenza, – differenti ‘valeurs’, per usare il linguaggio dei pittori?
FRIEDRICH NIETZSCHE, Al di là del bene e del male