L’aria è così cristallina, il cielo dalla terra appare così nitido e il mondo ci sta davanti come nudo. Se per qualche minuto mi è concesso di pensare a quello che voglio, cerco allora le parole per una melodia che ho già e una melodia per le parole che ho già, mentre entrambe le cose che ho non armonizzano, se messe insieme, sebbene nate dalla stessa anima. Ma questo è il mio destino!

FRIEDRICH NIETZSCHE, lettera a Franziska ed Elisabeth Nietzsche – Pforta, 6 settembre 1863

Un anno dopo questa lettera, nel 1864, Nietzsche compone Unendlich (Infinito), uno dei suoi Lied più belli. Questi i versi di Sándor Petőfi musicati e in parte riadattati da Nietzsche:

Solo tu, cara ragazza, sei luce dei miei occhi, luce dell’anima
tu sei l’unica speranza in questo mondo e nell’aldilà.
Se anch’essa è un sogno, allora sono sfortunato, sfortunato
ovunque, in cielo e in terra, sfortunato qua e là!

Me ne sto pensieroso al ruscello vicino ai salici piangenti;
questo posto è adatto a me, che son pieno di dolore.
Guarda, questi rami scendono bassi in volute
e sembrano le ali paralizzate della mia anima.

L’uccello ha abbandonato la campagna autunnale, è volato verso sud,
potessi anch’io fuggire al mio dolore!
Esso è grande, ma grande è anche l’impeto del mio amore,
e l’amore? Ah, l’amore in me è infinito!