Un tempo i filosofi avevano paura dei sensi – […] Quelli sostenevano invece che i sensi li avrebbero rapiti dal loro mondo, il freddo regno delle «idee», portandoli in una pericolosa isola del Sud, dove temevano che le loro virtù da filosofi si sarebbero liquefatte come neve al sole. All’epoca la «cera nelle orecchie» era praticamente una condizione del filosofare: un filosofo genuino non udiva più la vita nella misura in cui essa è musica, negava la musica della vita; una vecchia superstizione dei filosofi vuole infatti che tutta la musica sia musica di sirene. Oggi noi vorremmo essere inclini a esprimere il giudizio opposto (che di per sé potrebbe essere altrettanto sbagliato), ovvero che le idee seducano più dei sensi, con tutto il loro aspetto freddo e anemico e neppure malgrado questo aspetto, – esse hanno sempre vissuto del «sangue» del filosofo, gli hanno lacerato i sensi e, se ci vorranno credere, anche il «cuore».

FRIEDRICH NIETZSCHE, La gaia scienza