È perché la tua anima è protesa tutta quanta all’ascolto. Osserva infatti una selvaggia mandria di torelli in foia, o un branco di puledri bradi saltellare sfrenati, e mugghiar alto, come li mena il loro sangue caldo… se appena sentano un suon di tromba, o una musica giunga al loro orecchio, li vedrai arrestarsi tutti insieme, il loro occhio selvaggio convertito in uno sguardo docile e mansueto per il dolce potere della musica. Perciò il poeta immaginò che Orfeo potesse smuovere con la sua lira alberi, pietre, fiumi: perché nulla è sì duro ed insensibile, e imbevuto di rabbia cui la musica, almeno nell’ascolto, non riesca a mutare la natura. L’uomo che non ha musica nell’animo né si commuove alle dolci armonie, è nato ai tradimenti, alle rapine, al malaffare, ha foschi e tenebrosi come la notte i moti dello spirito e più neri dell’Erebo gli affetti. Mai fidarsi di uomini siffatti.
WILLIAM SHAKESPEARE, Il mercante di Venezia