Architettura del ricordo

Se non ne abbiamo cura, è la memoria a costruirci, piuttosto che l’opposto. Ora, noi potremmo preferire che sia il lavoro della volontà ad edificare il ricordo. Ciò che non può stare in piedi in una forma netta e precisa si disgrega, scompare, si volatilizza. Il ricordo si elabora dalla secrezione di una gran quantità di scorie; la moltitudine di informazioni che investono il corpo non può resistere così com’è. Il vaglio rigoroso deve scartare l’aneddoto per lasciare alla mente l’essenziale. E’ da lì che si può architettare un mondo. 

MICHEL ONFRAY, Filosofia del viaggio