“Mi sembra inutile elencare tutto quanto ho prodotto a Terezin e mi sembra altrettanto inutile ribadire che lì non si potè suonare il pianoforte, finchè non ne arrivò uno e raccontare delle precarie condizioni in cui noi come musicisti eravamo, non avendo neanche della carta da musica; tutte cose che appariranno irrilevanti alla generazioni future. Da notare è solamente il fatto che il mio lavoro musicale è stato in qualche modo favorito, incentivato da Terezin e non ostacolato, che in nessun modo eravamo seduti in attesa sulle rive dei fiumi di Babilonia, e che il nostro desiderio di arte fu adeguato al nostro desiderio di vita; e io sono convinto del fatto che coloro che si impegnarono, che si sforzarono nella vita e nell’arte a strappare con forza la forma dalla riluttante materia mi darebbero ragione.”
Viktor Ullmann (Český Těšín, 1º gennaio 1898 – Auschwitz, 18 ottobre 1944) è stato un compositore, direttore d’orchestra, pianista e critico musicale ceco. Studia a Vienna e si forma con la filosofia musicale di Schoenberg, l’estetica tedesca e l’antroposofia di Rudolf Steiner, riconoscendo il ruolo centrale dell’arte nello sviluppo etico e spirituale dell’essere umano. Compone, durante i tre anni di prigionia a Terezin, 23 opere, tra cui la sua opera Der Kaiser von Atlantis, dove elabora una meditazione profonda sulla morte. Ullmann ha un ruolo fondamentale nella vita musicale di Terezin, dove scrisse anche un diario e 26 critiche sulle manifestazioni musicali consentite. Dal punto di vista stilistico considera Alban Berg il primo compositore a superare l’impasse storico-musicale causata dalla crisi della tonalità all’inizio del 1900 e segue il sentiero tracciato dal musicista per trovare una sintesi tra tonalità e dodecafonia.
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