«C’è una figura venerabile di donna, una voce più che una figura, che si è espressa, che ha confessato il proprio amore. È Saffo. Lo ha svelato poeticamente. Ha cantato se stessa. Nelle brevissime composizioni sue che possediamo non appare nulla o quasi nulla al di là di se stessa, lei è come il cuore di un fiore. Quando una donna si esprime poeticamente, in questo atto solenne che è la trascendenza poetica, sembra che canti un fiore; tutto quello che dice sono sensazioni, sono fremiti, sono cose che succedono in quello che un essere ha di cosmico, di ineffabile».
MARÍA ZAMBRANO, All’ombra del Dio sconosciuto