«Il mistero musicale non è l’indicibile, ma l’ineffabile. L’indicibile, infatti, è la notte nera della morte e desolante del non-essere, la cui tenebra impenetrabile è come un muro che ci impedisce di accedere al suo mistero […]. L’ineffabile, invece, tutto all’opposto, è l’inesprimibile perché su di esso c’è infinitamente, interminabilmente da dire […]. La perplessità stessa che esso provoca, al pari dell’imbarazzo di Socrate, è una feconda aporia. “Manca la parola”, scrive da qualche parte Janáček: dove la parola manca, là comincia la musica; dove le parole si arrestano, l’uomo non può che cantare».
VLADIMIR JANKÉLÉVITCH, La musica e l’ineffabile