«Non riesco a trovare nessuna parola da scriverti: quella parola che volevo ti arrivasse come una colomba, non proferita da me, ma attraverso di me. E quella parola-colomba ti arriverà, ti sarà arrivata, ti starà arrivando e rimarrà in te come nel suo nido, per sempre. Poiché la morte della vera madre, come lo era la tua, è questo: una colomba che senza smettere di volare non va mai oltre l’orizzonte, entra e si annida nell’anima dei suoi cari, dei suoi esseri. Ci sono madri e padri, ci sono maestri, c’è l’amore e ci sono gli amici che entrano in relazione con la vita. Madri che danno la vita. Ma c’è la madre che in qualche modo ha donato anche l’essere. E così è la tua, e per questo motivo non si potrà mai parlare di loro al passato; non vanno mai verso il passato e la loro morte, come è successo con quella di mio padre e con quella di mia madre, gli ha fatti vivere nel presente, nel sempre».
MARÍA ZAMBRANO, Dalla mia notte oscura. Lettere tra María Zambrano e Reyna Rivas