«Mi perdoni, in tutta serenità, un poscritto: sembra che nel Caso Wagner non si riesca a fare a meno di poscritti. – Come mai ha tenuto nascosta ai Suoi lettori la cosa principale? Che il mio «cambiamento di idea», come lo chiama Lei, non risale certo a ieri? Io sono in guerra ormai da 10 anni contro la corruzione di Bayreuth,- a partire dal 1876 Wagner mi considerò il suo autentico e unico avversario, vi sono innumerevoli indizi di ciò nei suoi ultimi scritti. Tra di noi è evidente la contrapposizione tra un décadent e una natura che crea per sovrabbondanza di forza, vale a dire una natura dionisiaca, che è il gioco più difficile […]

Siamo diversi come lo sono il ricco ed il povero. Tra i musicisti non v’è alcun dubbio riguardo alla povertà di Wagner; davanti a me, che ho il dono di far diventare sinceri anche i più ostinati, anche i più accaniti partigiani della sua causa sono diventati onesti su questo punto. Come tipo, Wagner per me era inestimabile: ho descritto in innumerevoli passi la contrapposizione biologica fra l’istinto artistico depauperato, e di conseguenza astuto e brutale, e quello ricco, lieve, che trova la sua autentica affermazione nel gioco – […]».

 FRIEDRICH NIETZSCHE, Epistolario 1885-1888, vol. V, Adelphi, Milano 2011