Ne parliamo a terzi come di una cosa che ci appartiene; ma, per noi, non è per nulla una cosa; […] Non c’è un nome per designare il sentimento che abbiamo d’una sostanza della nostra presenza, delle nostre azioni e affezioni … Questa cosa così mia, e tuttavia così misteriosamente e talvolta, ed alla fine sempre, il nostro più temibile antagonista, è la più immediata, la più costante e la più variabile che ci sia: poiché le appartiene la costanza e la variazione.

PAUL VALÉRY, Réflexions simples sur le corps