«Svuotate dall’essenza spirituale, dal rapporto con l’ineffabile e l’invisibile, le note sono soltanto semplici suoni giustapposti, fenomeni fisici incapaci di generare un’emozione, di scrivere una frase,  di suscitare una comunione. Svuotati dall’essenza creatrice, da ogni visione, da ogni desiderio di riconquistare l’Eden originario, noi siamo soltanto semplici individui dalle vite giustapposte, che si accaniscono a divorare e a distruggere, sordi al futuro, ciechi al Paradiso. Come la musica, le nostre vite dovrebbero imitare Faust quando, invece di cercare freneticamente i nuovi godimenti che gli ha promesso Mefistofele, domanda all’istante che passa: “Fermati, dunque, sei così bello!”».

HÉLÈNE GRIMAUD, Ritorno a Salem