Suonarono la Sonata a Kreutzer di Beethoven. Conoscete il primo “presto”, gridò. Oh!… è una cosa tremenda questa sonata. E soprattutto la prima parte. La musica in genere è una cosa tremenda. Che cos’è? Non lo capisco. Che cos’è la musica? Che cosa fa? E perché fa quello che fa? Dicono che la musica elevi lo spirito…sciocchezze, non è vero! Esercita una grande influenza, parlo per me, però non eleva certo lo spirito. Non eleva, né umilia lo spirito, lo eccita, piuttosto. Come dire? La musica mi mette in condizione di dimenticare me stesso, e la mia situazione reale, e mi trasporta in una situazione che non è la mia: sotto l’influsso della musica mi par di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che non capisco, di potere ciò che non posso. Lo spiego con il fatto che la musica agisce come lo sbadiglio, come la risata: non ho voglia di dormire, ma sbadiglio se vedo uno sbadigliare, e anche se non ho motivo di ridere, rido lo stesso se sento ridere un altro. Essa, la musica, subito, con immediatezza, mi trasporta nello stato d’animo in cui si trova chi la compose. Mi fondo spiritualmente con lui e, assieme a lui, passo da una dimensione a un’altra, e perché lo faccia, davvero non lo so. Perché, almeno, chi ha composto la Sonata a Kreutzer, Beethoven, sapeva bene perché si trovava in quel determinato stato d’animo, quello stato d’animo lo conduceva ad agire in un dato modo; ragion per cui, quello stato d’animo aveva un preciso significato per lui, mentre per me non ne ha nessuno. È questo il motivo per cui la musica eccita soltanto.

LEV TOLSTÒJ, Sonata a Kreutzer