L’anima e la danza

SOCRATE
La verità e la menzogna non sono, tra di loro, come la veglia e il sonno? Non cerchi tu il risveglio e la precisione della luce quando un cattivo sogno ti travaglia? Non siamo resuscitati dal sole in persona? Ma in cambio non chiediamo forse al sonno e ai sogni di sciogliere le noie e d’interrompere i tormenti che ci perseguitano nel regno della luce? Sì che dall’uno fuggiamo all’altra, invocando il giorno nel cuore della notte e al contrario, implorando le tenebre quando siamo immersi nel sole; ansiosi di sapere, troppo felici di ignorare, cerchiamo in quel che è un rimedio a quel che non è, e in quel che non è un sollievo a quel che è. Una volta la realtà e l’altra l’illusione ci raccoglie; e l’anima, in definitiva non ha altra risorsa che il vero, la sua arma, e la menzogna, il suo scudo.

ERISSIMACO

E sia… Ma non temi caro Socrate, una certa conseguenza di questo pensiero in te?

SOCRATE

E quale?

ERISSIMACO

Questa: la verità e la menzogna tendono a un medesimo scopo. Una stessa cosa, può agire in noi diversamente, ci fa sinceri o bugiardi; e come ora il caldo e ora il freddo una volta ci assalgono e un’altra ci difendono, nello stesso modo accade del vero e del falso, e delle volontà opposte che vi si riferiscono

SOCRATE

Nulla di più certo, ma è la vita stessa che lo vuole. Tu sai meglio di me com’essa di tutto si serva e come ogni pretesto le sia buono per non concludere mai, o Erissimaco. La vita non è quel misterioso moto che col giro di ogni evento mi trasforma senza tregua in me stesso, e che sì pronta mi riconduce a che lo ritrovi, a quello stesso Socrate che, immaginandomi necessariamente di riconoscere, io sono?
La vita è una donna che danza, e che finirebbe divinamente d’esser donna se potesse obbedire allo slancio che la solleva, sino alle nuvole. Ma come noi non possiamo andare all’infinito, né in sogno né in veglia, egualmente lei torna sempre su se stessa: termina d’essere piuma uccello, idea, e insomma ogni cosa in cui al flauto piacque di tramutarla, in quanto la terra medesima che la respinse ora la richiama e la restituisce anelante all’indole sua di donna e al suo amato.

PAUL VALERY, L’anima e la danza