Avvitamenti 1

 

Dove va la musica? Sembra salire verso l’alto, restando ferma: avvitarsi, irreversibilmente. Eppure, tutte le musiche si avvitano tra loro e convergono, partendo dalle periferie dell’esperienza; ritornano, si rovesciano nuotando più e più volte nello stesso fiume.

Il frammento musicale nella sua mortificazione esteriore – essersi lasciato strappare dall’orecchio alla musica di cui faceva parte – comunica, meglio dell’intero, il potere convergente e convertitore della musica: il pensiero che pensa soluzioni senza poter risolvere; il pensiero, a sua volta, di ciò che non è mai insolubile.

Un “frammento”, isolato, non resiste fuori dall’acqua, non può sopravvivere. Ma i frammenti possono unirsi, avvitarsi l’uno con l’altro: è questo il metodo che ha luogo nella musica – l’assoluta superfluità della sostanza, il fare a meno, il badare a se stessa in quanto fermezza su cui muoversi e movimento che costruisce una solidità.

Uno scalare le proprie montagne.

Musica di Bach, Rachmaninov, Ravel