CONTRONATURA – CARTOLINE INNATURALI DA NEW YORK
a cura di Pietro Molteni
Contronatura è una rubrica on-line all’interno del Festiva A due Voci 2023 composta da 4 brevi video e 4 articoli riguardo il tema Natura e Artificio.
TERZA CARTOLINA – Gli amanti della natura dovrebbero odiare Dan Kiley. E’ un fatto logico. Questo geniale architetto americano è da considerarsi il male assoluto, se tutti coloro che si professano desiderosi di un ritorno alla natura fossero minimamente coerenti. Eppure è matematicamente certo che, proprio in questo istante, nell’atrio della Ford Foundation di New York, così come davanti alla splendida Fountain Place di Dallas, alcune persone stiano passeggiando affascinate dalla natura che le circonda, sentendosi un tutt’uno con le verdi fronde. Pura illusione. Tutto questo non è nient’altro che violenza contro il mondo della natura. Nulla è naturale negli alberi allineati in geometrie marmoree, nel bosco che cresce nel ventre di un grattacielo, nelle cascatelle artificiali che corrono tra piante confitte in grandi vasi di pietra. Dietro quegli splendidi disegni vegetali ci sono radici strette nel cemento, brutali potature e innesti, specie disparate unite in un ibrido amalgama a puro scopo decorativo – il primo esperimento alla Ford Foundation fallì, le piante morirono dopo pochi mesi (che tragedia, quelle papaye non avevano nemmeno un anno di vita). Eppure noi ambientalisti alle vongole ci passiamo in mezzo e ne siamo pure felici, senza realizzare di essere come una compagnia di vegani che festeggiano capodanno in un mattatoio. Non possiamo sfuggire alla realtà, la natura che più ci piace non è quella vera, che si esprime nel disordine e nella violenza, ma quella incanalata dal pensiero e dall’azione umana, allineata tanto perfettamente da sembrare cosciente, se possibile senza la seccatura di insetti appiccicosi o muniti di pungiglione. Per citare Nietzsche, ogni culto ha il compito di esorcizzare la natura a vantaggio dell’uomo, la nostra moderna idealizzazione della natura è ormai sempre più simile ad una religione dove al centro ci siamo noi. E’ sempre la nostra misera felicità lo scopo finale di una natura amica, così come lo è metterci al riparo dai cataclismi naturali nascondendoci dietro il pretesto di salvare il pianeta, il quale perpetua il suo cammino incurante della nostra imminente estinzione.