L’ultimo uomo con voce di allodola

Nato a Roma nel 1858, Alessandro Moreschi debuttò come solista della Cappella Sistina nel 1883, iniziando così una carriera che lo portò, addirittura, a cantare  alla messa funebre del re Umberto I nel 1900. Tuttavia, nel 1902 ci fu l’estromissione “formale” dei castrati da parte della Chiesa, anche se quelli già in organico continuarono comunque a prestare servizio fino alla pensione, come nel caso di Moreschi, che si ritirò nel 1913.

Moreschi è anche l’unico del quale sia ancora possibile apprezzare la voce, perché tra il 1902 e il 1904 incise diciassette esibizioni per i primi grammofoni; le sue registrazioni rivestono grandissima importanza storica, essendo le uniche testimonianze sonore rimaste di una voce di castrato, l’ultimo castrato della storia della musica. Ascoltandole è possibile farsi un’idea dell’impressione che doveva suscitare una voce tra il femminile e l’infantile che usciva, però, da polmoni e ugola di un uomo maturo e piuttosto massiccio, a giudicare dai documenti fotografici rimasti.