Sulle Sponde dei fiumi di Babilonia

INTENTI

Molti non sanno che nel conflitto che ha sempre segnato i rapporti tra l’arte e la storia, il 17 ottobre 1944 fu una data cruciale. Quel giorno un’intera generazione di artisti venne sterminata nel campo di Auschwitz-Birkenau. Poeti, musicisti, pittori e attori che per quattro anni avevano vissuto nel “ghetto modello” di Terezín.

Quando nel 2015, su sollecitazione del musicologo Guido Barbieri, decidemmo di organizzare a Como la prima iniziativa su Terezin, iniziammo da subito a domandarci come poter restituire senso ed autonomia a quelle musiche e, più in generale, a tutta l’arte concentrazionaria e a quella che, ancor prima, aveva subito la pressione e la violenza sempre crescente dell’antisemitismo. Non volevamo correre il rischio di trasformarla in una nuova giornata della memoria o, ancor meno, di consumarla sull’altare di una modernità che non lascia più molti spazi fuori dal mercato dell’evento.

Il lavoro sulle musiche di Terezin doveva essere affrontato da una prospettiva che tentasse di conciliare l’idea di un’estetica edificante e consolatoria, come certamente è stata la fruizione di quella musica in quei luoghi, con il senso di opposizione culturale e politico presente in quell’arte che cercò in tutti i modi di affermarsi e di resistere al corso del mondo, di opporsi alla potenza della realtà.

Un difficile lavoro di ricerca che in futuro ci auguriamo possa consolidarsi in un’ampia attività musicale e di riflessione culturale e filosofica su questo enorme lascito in un’alternanza di concerti, incontri, scritti e nuove musiche da realizzare in diverse città.

IL PROGETTO

Il progetto intende realizzare nella settimana del 17 ottobre di ogni anno iniziative musicali e di riflessione che possano allargarsi ad altre città italiane attraverso la creazione di una rete di istituzioni, associazioni, organizzazioni culturali, artisti, singoli appassionati. 

Al progetto collabora l’Associazione figli della Shoah di Milano.

 

Il ghetto di Terezin