Past Perfect

La voce lirica impostata non appartiene più alla modernità. Quel timbro, quel gusto e quell’intensità vocale, forse eccessiva per i nostri tempi apollinei, ha per i giovani un colore troppo invadente, polveroso e lontano. Cose note che emergono con chiarezza quando messe a confronto con altri stili, con altre vocalità. Lo scorso mese di dicembre Ed Sheeran, il celebre cantautore pop inglese, ha registrato per la terza volta la sua canzone Perfect insieme ad Andrea Bocelli (dopo il suo singolo, ne aveva già inciso una seconda versione con Beyoncé).  L’ascolto è sorprendente per la metamorfosi che la canzone subisce nella versione in italiano.

La strofa del brano, cantata dai due interpreti, è pressoché identica, le note della melodia e le armonie non cambiano, ma, non appena si sente il timbro del tenore e la parola italiana l’ascoltatore è catapultato in un altro mondo, in una nuova estetica. Quella stessa musica cantata in inglese con lo stile vocale di Ed Sheeran, con tutte le inflessioni e le sfumature tipiche della sua voce pop, cantata da Bocelli è quasi irriconoscibile. La sonorità stessa della parola italiana sembra ormai appartenere ad una fonosfera lontana dalla modernità musicale. Al tenore italiano non potevano ovviamente far mancare un arrangiamento con il contrappunto dei violini e, ahinoi, una spolverata di mandolini sul finale: vero folklore italico.