Avvitamenti 2

 

La musica, costretta a fermarsi, fa filosofia su se stessa; o ancora, costretta a disfarsi, cerca in tutti i modi di convogliarsi in altre musiche.

Ma quale filosofia? Una filosofia che evita l’Inizio, e – come una chiacchiera, una kolakeia – gli si confronta in maniera eversiva, evitante. La logica della chiacchiera musicale, tuttavia, finisce per convergere, conversando, prima di aver tematizzato il mondo di cui tratta, prima ancora di sapere chi parla; il suo convergere non è l’omologia di contenuto raggiunta filosoficamente attraverso il confronto di opinioni, ma un’omofonia, un incontro durante la fuga. L’universale della musica, a tutta prima, combacia con questa sfocatura – mancanza di un focus imaginarius – in cui ci si incrocia e si partecipa senza riconoscersi. Quando la musica si sostiene da sé, cammina sopra le sue parti e non può sprofondare nelle sue profondità; non affonda perché in un certo senso appare sempre in superficie, a pelo d’acqua.

In gioventù Bach trascriveva, divideva la musica di Vivaldi per apprenderne il segreto concertante.

Musica di Brahms, Wagner, Strauss, Bach