Avvitamenti 5

Benché non siano “prime” come le verità logiche, Aristotele impiega le conclusioni di sillogismi veri e validi come premesse di altri sillogismi, convinto di mettersi così sulla via sicura della scienza; Proclo distingue ciascuna ipostasi tra un primo principio (impartecipato) e la gerarchia sottostante (partecipata) che da esso deriva secondo il dinamismo, privo di passaggi bruschi, dell’universo ipostatico neoplatonico; Emil Lask erige una struttura gerarchica di forme in cui ogni forma logica subordinata è il materiale di quella sovrordinata, secondo una tendenza che, a partire dal rapporto analitico generale-particolare, si avvicinerà sempre più a quello emanatistico tutto-parti.

Questi tre raccordi – solo se presi metaforicamente – sono accomunati dal tentativo di usare le forme come fossero materia. Studiano, cioè, l’entrare sotto l’universale, di rapporti con l’universale, forse per andare oltre il pregiudizio che si possa disporre come si vuole, orizzontalmente, qualcosa – la forma – che a rigore è sempre e solo verticale. Anche la musica può essere pensata come forma di forma; ma ciò rimane differente dal pensarla come cieca e incessante metamorfosi, in cui si salva solo la materia, o come scala gerarchica che guarda in eterno verso l’alto, mentre cade, non regolando in nessun modo il quoad materiale dell’esperienza.

Nella musica vi è anzi l’esplosione della forma solo quando questa viene fatta calare nella materia differenziante, il che equivale – siccome soggetto è la musica come articolazione complessiva – all’essere calata in altre forme che ne fanno esplodere le differenziazioni, in un processo unico di trasformazione e significazione.

Dove ci porta questo primo, e appena abbozzato, tentativo di ricognizione? Se la materia è trattata come forma, la partecipazione risulta, in un certo senso, allargata in estensione, se non del tutto insignificante. Per riportare l’ordine, ci troviamo di fronte all’alternativa di accettare (come sempre) il pluralismo delle forme e l’unicità indistinta della materia, o (che è lo stesso a ben vedere) di ammettere la più forte disparità tra materia e forma, tra la vita e le sue forme “lontane dalla vita”.

In fondo, perché dovrebbe interessarci questo problema?

Musica di Bach, Liszt, Chopin, Mendelssohn, Skrjabin, Rossini, Prokofiev