Avvitamenti 6

Scrive Lask, in una lettera indirizzata alla musicista svizzera Mina Tobler (un decennio dopo impegnata anche con Max Weber in una Liebesverhältnis): “Il mio mondo e la mia vita Le appaiono di certo più estranee che mai, la mia vita Le deve apparire ormai come una non-vita, come intellettualità fredda, sana e soddisfatta di sé. «Vita» – «conoscenza», di quest’opposizione tratterà tra l’altro il mio saggio…”. La vita evita la conoscenza, la teoria evita la vita; e forse questo reciproco evitarsi è il credo fatto proprio, non epochizzabile, di ogni musicista: non è un presupposto da indagare, né qualcosa su cui sospendere l’esercizio dei nostri presupposti, ma il presupposto stesso della nostra capacità di sospendere, evitare.

La vita è l’immagine agente di una coppia di parallele. Ma l’esperienza musicale vive di incursioni dove non le sarebbe consentito: è l’hybris dell’orecchio assoluto, che tuttavia non è il “wie aus der Pistole” dell’intuizione del Tutto-Uno stigmatizzata da Hegel, ma anzi l’organo critico e paradossale capace di una Totalità inconsistente o di una Unità non contraddittoria, audace e svilito al tempo stesso. Il fare esperienza con la musica muove entro i limiti di quella “manomissione”, come la chiamerebbe Lask, in cui – anche se si trattasse di un’illusione, e cioè l’illusione che la vita si possa conoscere musicalmente, mettendo mano tra vita e filosofia – l’avvitamento si trasforma in un incontro. 

In un punto qualunque della Musica può esplodere ora un contraddittorio, ora un ricordo di similarità – che nell’avvitamento si identificano; e nel momento del raccordo tra le musiche si può assistere a questa, a tratti oscura, a tratti lucidamente anatomica, partecipazione convergente, mentre quando è sola la musica si espande, divergendo e divagando, in tutte le direzioni del morfospazio.

Allo stesso tempo, però, i raccordi formali sono segni di due, non subalterne, materie sottostanti: l’impossibilità di continuare, e l’impossibilità di fermarsi.

La “dialettica bloccata” è risolta in un venirsi incontro, nella fuga, di altre musiche.

Musica di Liszt, Skrjabin, Bach