Contronatura – Prima cartolina innaturale da New York

CONTRONATURA – CARTOLINE INNATURALI DA NEW YORK
a cura di Pietro Molteni

Contronatura è una rubrica on-line all’interno del Festiva A due Voci 2023 composta da 4 brevi video e 4 articoli riguardo il tema Natura e Artificio.

 
PRIMA CARTOLINA – Un tempo l’uomo viveva in armonia con la natura. Ora dobbiamo recuperare il nostro legame con essa. Abbiamo sentito queste frasi infinite volte, soprattutto negli ultimi anni. Eppure, a ripeterle non è solo la gioventù con l’ecoansia, e neppure i figli dei fiori reduci degli anni ‘70, sempre pronti a spiegarci quanto sarebbe bello tornare a vivere nelle caverne. Gli amici di A due Voci avranno di certo ascoltato queste frasi – e molte altre – dai filosofi à la carte nei talk show, quelli che proprio perché stanno in televisione sono gli unici ad essere riconosciuti come “filosofi”. Chissà quale malattia, chissà quale strano amalgama di fedi in paradisi ultraterreni o terreni ha portato gli eredi dei decostruzionisti francesi a divenire i portavoci della linea di pensiero più popolare nell’Italia degli ultimi decenni. Derrida, Deleuze, così affascinanti come scrittori, ma che dalle nostre parti hanno creato quella schiera di seguaci terrorizzati da ogni innovazione, convinti che l’uomo sia una sciagura per l’universo, certi che, dobbiamo tornare indietro per recuperare l’orizzonte di senso della nostra vita (ma tornare dove)?
 
L’ “Old Tree” di Pamela Rosenkranz prende di petto questo tema. Non è più possibile tornare alla natura, proprio perché l’uomo, dalla natura, ha sempre voluto fuggire. L’opera è un albero di plastica e di ferro, proprio come di plastica e di ferro sono i nostri occhiali, i nostri denti finti, i nostri bypass, che nel mondo moderno si fondono con le parti naturali dei nostri corpi. Ma qualcosa di artificiale non deve essere necessariamente brutto, può rendere più felici, più sani, può allungare la vita. Le persone gli si avvicinano, con più confidenza rispetto ad un albero vero, segno che nonostante il nostro amore per ciò che è naturale, l’artificio non ispira timore, perché è fatto da noi.